Seconda parte della storia di “Dylan Dog”, uno dei fumetti più popolari d’Italia. Vi rammentiamo che tutto ciò è parte integrante del nostro blog di Aula365 che continua a narrarvi aneddoti e novità sul magnifico mondo delle nuvole parlanti.
Avevamo promesso di raccontarvi l’esordio di Dylan in edicola che, sicuramente, non iniziò nel migliore dei modi.
Infatti, nel lontano Settembre 1986, Tiziano Sclavi creò la figura dell’ “investigatore dell’incubo”, una specie di detective un po’ anormale. Una sorta di acchiappafantasmi ma scettico, ex-alcolizzato, ex-poliziotto. Un “antieroe”, così venne chiamato. Ed era dura, in un’epoca di supereroi, convincere il pubblico italiano a quella novità così inaspettata. Il “papà” di Dylan era conscio che bisognava affrontare le edicole italiane, sperando in un buon risultato, anche se la casa editrice del fumetto, ovvero la Sergio Bonelli Editore, cercava principalmente, almeno, di pareggiare i costi della prima tiratura. E, il risultato, fu comunque sconvolgente.
Dylan Dog fu un disastro, ebbene si. Nelle edicole il fumetto non veniva comprato, poche copie di tutta le migliaia stampate furono acquistate. Dopo due settimane, la prima uscita stava rischiando di essere l’ultima quando, come nelle più antiche fiabe a lieto fine, il passaparola fece effetto tra i giovani e i meno giovani e, il successo fu eclatante e talmente inaspettato che la stessa casa editrice dovette ristampare il primo numero per soddisfare la mole di richieste impressionate avutasi improvvisamente.
Superata la paura iniziale, oggi la serie continua ad essere una delle più vendute in Italia, seconda solo a Topolino e Tex e, ancora oggi, rimane sempre un ottimo biglietto da visita per il fumetto nostrano. Grazie forse alla vervè umoristica di Groucho, spalla essenziale, basata su un grande attore del cinema in bianco e nero(Groucho Marx), alla figura dell’Ispettore Bloch, amico e confidente del nostro eroe. E, anche, alla miriade di personaggi e comprimari che, dal 1986, rendono questa serie unica, e che, con i suoi pregi e i suoi difetti, ci accompagna ogni mese nel mondo dell’horror. E, tra zombie, streghe e quant’altro, non perde occasione per insegnarci che il diverso non è sempre sinonimo di malvagità e che, talvolta, i veri mostri potremmo essere proprio noi.
Davide Paolino
giovedì 8 ottobre 2009
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