giovedì 30 giugno 2011

La rivolta dei genitori "Niente compiti d'estate"

Sono l'ossessione di ragazzi e famiglie. Ma fa bene ripassare sotto l'ombrellone?

La rivolta dei genitori "Niente compiti d'estate"
Addio estati calde e pigre, pomeriggi di noia, mesi di scoperte e esplorazioni urbane e campagnole. L'agenda delle vacanze di bambini e ragazzi assomiglia sempre di più a quella invernale, scandita da appuntamenti fissi, doveri e impegni. E da compiti delle vacanze impegnativi, eccessivi addirittura, come sostiene un genitore su tre. Le dieci ore e mezza a settimana passate a casa sui libri dai ragazzi italiani - il dato Ocse rivela che nel nostro Paese i compiti domestici sono più onerosi che altrove, segno che in classe le cose non sempre funzionano - nei nove mesi di scuola rischiano addirittura di non essere sufficienti. Qualche insegnante getta la maschera, come Margherita Oggero, professoressa diventata scrittrice: "Se ne assegni troppi, ti fai odiare". "Ma se non ne assegni - aggiunge Margherita Oggero - sei uno che non vuol lavorare. E se chiedi ai colleghi di mettersi d'accordo per una quantità ragionevole sei un impiccione, mentre se non lo fai ognuno ragiona per sé e il risultato finale è eccessivo. Infine, tutti questi compiti a settembre bisogna correggerli, e non tutti ne hanno la voglia e il tempo"

Il dibattito non è solo italiano: negli Stati Uniti, la ribellione è in pieno svolgimento e il New York Times l'ha messa in prima pagina, fornendo anche qualche ricetta, come quella del Gallaway District School, un grande istituto pubblico del New Jersey: "Non più di dieci minuti al giorno per ogni anno di scuola che il bambino o ragazzo ha già frequentato". A protestare sono soprattutto i genitori, che vedono quei libri in valigia come una pericolosa minaccia sulla già complessa organizzazione estiva. Non a caso, l'argomento è oggetto di vivaci scontri tra genitori separati, che si gettano l'un contro l'altro accuse sanguinose, puntualmente registrate sui blog: "Gli accordi erano chiari, matematica e storia toccavano a lui, invece non si è portato neppure il quaderno".
Ma anche tra i ragazzi c'è chi chiede: "Esiste una legge che ci obbliga a fare i compiti delle vacanze? Perché se non esiste io non li faccio" (su setteincondotta, uno dei siti studenteschi più frequentati e ricchi di casistica).

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