mercoledì 22 giugno 2011

Ipertecnologici ma solo per chattare...

Ipertecnologici ma solo per chattare. Questo è il ritratto dei ragazzi italiani che emerge dai dati presentati alla quarta edizione di Editech, conferenza internazionale su editoria, innovazione, tecnologie che si è tenuta la settimana scorsa a Milano promossa dall’Aie, Associazione Italiana Editori.

In occasione dell'evento si è molto discusso di eBook e si è fatto il punto su ePub 3.0, il nuovo standard per i libri digitali, ma c’è stato anche uno spazio dedicato alla didattica e ai manuali scolastici.

Così gli editori italiani di libri scolastici hanno pensato bene di integrare corsi di storia e antologie di letteratura con cd, chiavette usb, siti web concepiti apposta per aggiornare e arricchire il testo su carta ma è il sistema scolastico ad essere inadeguato rispetto alla richiesta di innovazione che arriva dalle aziende. Il personale docente, infatti, è composto per il 40 per cento da precari che sono senza stipendio per alcuni mesi all’anno e non hanno tempo né possibilità di investire in tecnologie.

I giovani studiano soprattutto sugli appunti (li usa il 79 per cento degli studenti), seguiti dal libro di testo, dispense, note di compagni di classe; Wikipedia arriva solo quinta, internet e la ricerca su Google o simili sono ancora meno usati.

Invece per usare al meglio le nuove tecnologie bisogna ripensare tutto, compreso il modo in cui sono disposti i banchi nelle aule: non ha più senso l’impostazione tradizionale, con l’insegnante in cattedra e gli studenti di fronte, ci vuole una disposizione diversa, in gruppi, e il docente deve fare da elemento di raccordo.

Pare che una scuola (privata) abbia dotato della tavoletta Apple ognuno dei suoi 1600 allievi, che dall’anno prossimo inizieranno ad usarla al posto dei libri. Per ora, la sperimentazione del Liceo Scientifico Lussana di Bergamo (pubblico) partita all’inizio di quest’anno scolastico sembra aver dato risultati positivi, anche se i numeri non sono così imponenti; l’iPad in classe fa parte di un più ampio progetto di informatizzazione della scuola, che ha un completissimo sito web e sta elaborando una piattaforma sperimentale di e-learning.

Un’altra novità arriva da Torino, dalla Scuola Holden, che ha realizzato in collaborazione con la Fondazione Telecom il progetto “Come le radici degli alberi”, articolato in quattro video lezioni dedicate alle LIM (lavagne interattive multimediali). Il tema centrale del progetto, che ha raccolto il contributo di esperti di musica, scrittura, arte, natura e giornalismo - Alessandro Baricco, Anilda Ibrahimi, Luca Massimo Barbero, Mario Tozzi e Fabrizio Gatti – è stato l’identità. Ma, al di là dei nomi eccellenti coinvolti nella sperimentazione, l’idea vincente potrebbe essere un’altra: gli insegnanti possono preparare le lezioni con un software che permette di far interagire testo, immagini, musica, video e altri contenuti multimediali e poi caricarle su un sito (www.startandteach.it), dove altri docenti possono scaricarle e riproporle nelle loro classi sulle lavagne interattive. Un social network molto speciale, insomma, dove condividere conoscenze ed esperienze.

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