Continua il nostro excursus a tappe nella storia del fumetto. Nel post di oggi, che fa parte di uno dei nostri innumerevoli blog ci soffermiamo su un pezzo fondamentale dell’editoria italiana, su cui sono state basate le fondamenta di molte delle pubblicazioni che abbiamo avuto in sessant’anni e più di storia del fumetto italiano.
Cosa hanno in comune il compianto Enzo Biagi, Luciano Benetton, Gianluca Vialli, e Alessandro Baricco? Sono alcuni tra i tanti personaggi famosi cresciuti con un prodotto, tipicamente italiano, che ha regalato un’infanzia felice e costruttiva per molti adulti di oggi.
Infatti, nel nostro Paese “Topolino” è un’istituzione. Ovviamente non parliamo direttamente di Mickey Mouse, il topo più famoso del mondo, ma del settimanale edito dalla Walt Disney Company Italia. Il formato del libretto che noi tutti conosciamo è stato introdotto nel 1949 e, proprio in questi tempi, festeggia il sessantesimo anno di vita. E appunto, da oltre mezzo secolo, ci fa divertire, sognare e soprattutto imparare. Ricordando che i quattro nomi citati prima scrissero tempo fa alcune avventure entrate sicuramente nella mente dei bambini e non dell’epoca, precisando che imparare con divertimento non è difficile, basta solo trovare dei buoni “insegnanti”.
Nel mondo delle nuvole parlati esistono, comunque, molteplici supposizioni, giuste o sbagliate. Da fuori, ovvero da estranei a quel mondo fatto di vignette e balloon, scrivere storie di paperi e topi per bambini sembra sia una cosa banale, semplice, un lavoro senza problemi, niente di più sbagliato.
Fin dalla sua creazione il giornalino si è sempre prefissato un obiettivo: divertire tre generazioni di lettori, il risultato è visibile ancora sotto gli occhi di tutti. Quasi 2800 numeri all’attivo, un successo ancora enorme e, soprattutto, ancora oggi, l’albo a fumetti più venduto nel nostro paese con punte di 250.000 copie settimanali.
Questi risultati non sarebbero mai stati possibili senza uno staff capace di elaborare, con tutta la sapienza italiana, un prodotto estero e destinato ad un pubblico, principale, così difficile: i bambini.
Infatti, oggigiorno, essere chiamati a far parte della squadra della Disney Italia, per molti autori o sceneggiatori è un grande traguardo. E’ molto difficile scrivere per i bambini, solo pochi sono realmente in grado di elaborare avventure capaci di soddisfare l’appetito intellettuale di ragazzi che si affacciano al cosiddetto mondo adulto. La scuola, qualsiasi sia, è una sfida per molti studenti. “Topolino” è stato, ed è, ancora per molti una rete di salvezza, un aiuto, una sicurezza. Anche se, negli ultimi tempi, alcune direzioni scellerate avevano reso il settimanale molto scadente, la situazione sembra migliorare sotto la direzione di Valentina De Poli.
Infine, riteniamo affermare, come abbiamo appena notato, che imparare con un po’ di sano divertimento non fa mai male, anzi, getta le basi per un futuro florido e pieno di successi. E l’avvento delle nuove tecnologie non può che far bene ai bambini di oggi che diverranno gli adulti di domani. Provare per credere.
Davide Paolino
martedì 29 settembre 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia il tuo commento